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Galimberti Presidente Confcommercio Catania: Basta centri commerciali, il territorio è saturo

“Finalmente percepiamo una sensibilità diversa da parte dell`amministrazione su quella che consideriamo ormai una piaga - afferma Galimberti - “Abbiamo sempre chiesto alla Regione Siciliana - afferma Riccardo Galimberti Presidente provinciale di Confcommercio - un contesto normativo che tenesse in considerazione la necessità di salvaguardare l`assetto urbano dei nostri comuni, obiettivo che si realizza anche attraverso la salvaguardia delle micro imprese commerciali. Con tale spirito Confcommercio ha sempre chiesto un limite all`apertura dei grandi centri commerciali, misura che, a scanso di equivoci, è ritenuta possibile anche dalla Corte di Giustizia Europea”.

21/02/2013

«Abbiamo sempre chiesto alla Regione Siciliana - afferma Riccardo Galimberti Presidente provinciale di Confcommercio - un contesto normativo che tenesse in considerazione la necessità di salvaguardare l`assetto urbano dei nostri comuni, obiettivo che si realizza anche attraverso la salvaguardia delle micro imprese commerciali. Con tale spirito Confcommercio ha sempre chiesto un limite all`apertura dei grandi centri commerciali, misura che, a scanso di equivoci, è ritenuta possibile anche dalla Corte di Giustizia Europea». Con queste parole il presidente di Confcommercio Catania conferma la linea che l`associazione etnea tiene da sempre nei confronti di nuove aperture di grandi strutture di vendita sul territorio. Un territorio, quello della provincia di Catania, che presenta ad oggi la più alta concentrazione di centri commerciali rispetto al numero di abitanti, con circa 460 mq. di superficie di vendita per 1000 abitanti nell`area metropolitana, una percentuale, a detta della Confcommercio, tra le più alte d`Europa. «Finalmente percepiamo una sensibilità diversa da parte dell`amministrazione su quella che consideriamo ormai una piaga - afferma Galimberti - All`amministrazione provinciale va il nostro plauso per aver preso una posizione ferma nei confronti di nuove aperture di centri commerciali con l'approvazione di un ordine del giorno proposto dai consiglieri Giuseppe Mistretta ed Enzo D'Agata de La Destra, e sottoscritto da un'ampia rappresentanza di gruppi consiliari». Opinione pubblica, cittadini, consumatori hanno ormai capito di essere in un cul de sac, un vicolo cieco che non porta a niente, men che meno occupazione e benessere. «E` un esempio per il futuro -,continua il presidente di Confcommercio - un messaggio per le amministrazioni comunali a non cadere nella trappola del miraggio del centro commerciale come strumento di ricchezza e fonte di posti di lavoro». Non vi è, quindi, alcuna pregiudiziale contro i centri commerciali, semmai Confcommercio contesta il contesto normativo che in questi anni ha dilaniato il piccolo commercio e con esso le nostre Città. E adesso chiede che siano ripristinati al più presto i bandi per la costituzione di nuovi centri commerciali naturali, alla luce dell`emendamento dei consiglieri, Salvo Patanè, Giuseppe Branciforte e Nunzio Parrinello, che sollecita l'ente provincia a istituire un organismo per il sostegno e la promozione dei centri commerciali naturali. «Occorre puntare sulla riconversione dei centri storici e sulla riqualificazione dell`offerta turistica -. Conclude il presidente Galimberti - Per questo riteniamo strategici i centri commerciali naturali, per far rivivere le aree urbane attraverso il patrimonio architettonico e le tantissime imprese commerciali della città che, pur con fatica, resistono alla crisi e alla concorrenza della grande distribuzione. Mirare al miglioramento dei servizi e sul turismo sarebbe un bene per la città, per la cultura e per il commercio».

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