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Si dimette l'assessore Cannizzo

Sceglie la sede di Confcommercio, Franz Cannizzo, per rassegnare le sue dimissioni da assessore alle politiche del lavoro del Comune di Catania

catania, 29/06/2012

Sceglie la sede di Confcommercio, Franz Cannizzo, per rassegnare le sue dimissioni da assessore alle politiche del lavoro del Comune di Catania.
Carica datagli circa due mesi fa in sostituzione a quella alle attività produttive, avuta invece nel maggio del 2010 quando, su richiesta dello stesso sindaco Stancanelli, la Confcommercio lo propose come assessore tecnico in un settore di vitale importanza per il rilancio dell`economia cittadina.
Si sente a casa, l`ex assessore Cannizzo, e alla presenza del presidente regionale di Confcommercio Pietro Agen, di quello provinciale Riccardo Galimberti e di quello cittadino Giovanni Saguto, spiega cosa l`ha portato a rimettere l`incarico.
«A fronte di un`attività svolta all`interno dell`assessorato alle attività produttive che non ha avuto eguali nella storia cittadina nel contrasto all`abusivismo commerciale, al recupero di somme non pagate in termini di occupazione di suolo pubblico, allo smontaggio di oltre 300 verande abusive che danneggiavano il decoro urbano, al recupero di buona parte dell`ex mercato all`ingrosso di San Giuseppe La Rena dal quale abbiamo tolto 200mila chili di spazzatura per renderlo fruibile e adatto ad ospitare eventi, ai regolamenti sui taxi, servizi con conducente, botteghe storiche, mercato delle pulci e tanto altro che giacciono nella segreteria di Giunta in attesa delle relative approvazioni, non vedo nessuna continuità in questa direzione, come dimostra il numero dei commercianti abusivi nelle strade cittadine fortemente cresciuto e le centinaia di attività commerciali regolari che hanno abbassato le saracinesche. Oltre 800 tavoli di concertazione con i tecnici del`assessorato - continua Cannizzo - per discutere e trovare soluzioni ai problemi , non ultimo quello di portare avanti il processo di regolarizzazione degli abusivi e lavorare con azioni forti verso una direzione ben precisa. Si è deciso improvvisamente di cambiarmi di ruolo, ma nella veste di assessore alle politiche del lavoro non sono stato messo nelle condizioni di operare come è nel mio stile e siccome non ho nessuna intenzione di scaldare poltrone o percepire stipendi, lascio, e torno ad occuparmi di formazione e di consulenza aziendale».
Questa in breve la storia, spiegata alla stampa con sobrietà e compostezza, come sottolinea il presidente provinciale di Confcommercio Riccardo Galimberti.
« Nessun attacco frontale per fare boatos da parte di Cannizzo, come ha scritto qualche giornalista, ma non posso far notare come la politica tende a occupare gli spazi che sarebbe meglio lasciare alle categorie produttive, che rappresentano il vero motore dell`economia. L`amministrazione comunale - prosegue Galimberti - deve uscire dalla dimensione routinaria e dare una risposta di visione diversa e più alta della città, ci dispiace dover pensare che il Sindaco non riconosca la giusta importanza e la centralità del commercio cittadino non avendo designato un assessore ad hoc ma avendo solo accorpato la delega ad altre». E si lascia andare ad una provocazione il presidente provinciale di Confcommercio, a proposito della politicizzazione dell`Ente camerale che sarà commissariato il prossimo 11 luglio, per scadenza dei termini di proroga delle legge, non avendo voluto, la Regione, in ben 10 mesi, completare l`iter.
«Propongo un`occupazione della Camera di Commercio di Catania - dice a sorpresa Galimberti - da parte delle imprese del territorio che costituiscono il vero motore dell`economia. La lottizzazione dell`Ente camerale non porterebbe benefici, ma mancanza di programmazione che impedirebbe la crescita».
Ironizza Pietro Agen sulle date: ogni dieci anni un assessore comunale al commercio di matrice Confcommercio di dimette, a lui toccò nel 2002. «L`attività politica - afferma il presidente di Confcommercio Sicilia - non deve diventare un mestiere. Noi non siamo attaccati alle poltrone e facciamo politica per far crescere la città e per il bene dei cittadini. E lo dimostriamo dimettendoci».

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