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Giovedì 2 Maggio 2024
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Scontrino: «per i balneari ci sono problemi ben più gravi»

Per il Sib la ventilata proposta del Governo di reintrodurre lo scontrino o la ricevuta fiscale per i servizi di spiaggia non costituiscono sicuramente la più grave preoccupazione per gli stabilimenti balneari.

05/09/2011

«La principale preoccupazione per la nostra categoria non è sicuramente la proposta di reintroduzione dell'obbligo di rilascio dello scontrino o della ricevuta fiscale per i servizi di spiaggia». E' quanto dichiarato da Riccardo Borgo, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe-Confcommercio. «Già in passato questa norma, eliminata nel 1996, aveva creato non pochi problemi sia tecnici che interpretativi, se sarà necessario, però, siamo disponibili a confrontarci con il Governo per risolverli. Ci preoccupa molto invece - ha continuato Borgo - che tra tutte i problemi che coinvolgono il nostro settore il Governo abbia pensato di estrapolare solo questo senza rendersi conto della necessità che vengano affrontati in maniera organica». Prima di tutto, il Sib sottolinea la necessità di affrontare in maniera determinata con l'Unione europea l'applicazione della normativa europea e della Direttiva Bolkestein che, se non adeguata entro dicembre, paralizzerà in maniera definitiva il settore, con il rischio che 30.000 imprese e 150.000 addetti diretti, a partire dal 1° gennaio 2016, diventino un vero e proprio problema sociale oltre che economico. Inoltre, a proposito di 'silenzi' da parte del Governo, il Sindacato ricorda che ancora oggi 1.000 imprese balneari sono gravate di canoni demaniali spropositati e non sopportabili, malgrado tre anni fa fosse stata trovata un'intesa con il Governo e le Regioni che garantiva un gettito maggiore all'erario. E che gli stabilimenti balneari, pur erogando servizi di natura turistica, sono gli unici a corrispondere l'Iva al 20% mentre per tutte le altre categorie le percentuali sono inferiori. «Il problema dell'attuazione della normativa europea - ha detto ancora Borgo - deve essere affrontato con assoluta priorità. Il Governo forse non ha compreso bene l'estrema gravità del problema che oltre a colpire direttamente un comparto dell'economia italiana rischia di indebolire il sistema turistico del Paese». da Confcommercio.it

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